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OBBLIGATORIETÀ DELLA MEMORIZZAZIONE ELETTRONICA E TRASMISSIONE TELEMATICA DEI DATI DEI CORRISPETTIVI - Lands of Goodness

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OBBLIGATORIETÀ DELLA MEMORIZZAZIONE ELETTRONICA E TRASMISSIONE TELEMATICA DEI DATI DEI CORRISPETTIVI

Data pubblicazione: venerdì, gennaio 5, 2018

INCONTRO TRA FEDERLAVAGGI E AGENZIA DELLE ENTRATE SUGLI AUTOLAVAGGI SELF

Obbligatorietà della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi

16 Novembre 2016

Il rischio era di paralizzare tutti i settori che affidano ai pagamenti automatici il loro business. Agenzia delle Entrate e Federlavaggi si sono incontrate in un clima di grande collaborazione per dipanare i problemi. Il decreto Legge n. 193 del 22 ottobre 2016 “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili”, riporta all’art. 4 punto 6 la modifica dell’art. 2 comma 2 del D.lgs. 127/2015 relativo alla memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi nel vending. In particolare, l’estensione dell’obbligatorietà della memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi, anche ai soggetti passivi che effettuano “prestazioni di servizi” tramite distributori automatici e trasmissione telematica. Facile a dirsi, molto più complesso metterlo in pratica: si rischiava di paralizzare interi settori che hanno affidato ai pagamenti automatici il loro business, su tutti gli autolavaggi e i distributori di carburante in self. Dopo l’incontro tra Federlavaggi e Agenzia delle Entrate, gli scenari sono molto meno foschi e c’è la volontà di trovare una soluzione che soddisfi tutte le parti in causa. Ma sentiamo la cronaca e le sensazioni riportate al telefono immediatamente dopo l’incontro, direttamente dalla voce di Gianluca Meschi, Presidente di Federlavaggi che, in delegazione con Marco Mion in qualità di tecnico e Danilo de Vita in qualità di esperto tributarista di Federlavaggi, hanno rappresentato l’Associazione nella riunione che si è tenuta ieri, 15 novembre 2016, a Roma. “Abbiamo incontrato i funzionari dell’Agenzia delle Entrate e non eravamo soli - racconta Meschi -, infatti c’erano anche altre associazioni di categoria che hanno il nostro stesso problema, cioè capire finalmente come funziona questa normativa e capire come e quando diventerà operativa. La scadenza del 1 aprile è valida anche per il nostro settore, ma posso dire con una discreta certezza che sarà spostata, credo anche di molto, perché siamo riusciti a far capire la complessità che comporta dare le informazioni che richiedono per ogni singola macchina sul piazzale. Per come è scritta oggi, se un lavaggista per ipotesi disponesse di 10 aspirapolvere, due portali e cinque piste, ogni macchina dovrebbe trasmettere i dati delle sue transazioni/operazioni all’Agenzia delle Entrate. È facile immaginare la complessità di adeguare tutte le macchine, operazione difficile e impossibile per quelle più vecchie. Il dato positivo è che i funzionari della Agenzia delle Entrate questo lo hanno assolutamente capito: abbiamo incontrato persone preparate, aperte e disposte ad ascoltare i nostri problemi. Questo è positivo perché in Italia c’è la tendenza a pensare il contrario sui funzionari della pubblica amministrazione. Invece in apertura hanno subito dichiarato: “siamo qui per capire e mettervi nelle condizioni di rispettare la Legge, perché la legge c’è e non l’ha scritta l’Agenzia delle Entrate, ma vogliamo farla applicare senza creare problemi”. Questo è stato l’approccio, secondo me fantastico, con cui si sono presentati. Quindi abbiamo spiegato che per il mondo dell’autolavaggio il problema è adeguare le macchine attuali, loro lo hanno capito e adesso rifletteranno su quali possano essere le soluzioni da avanzare. Noi abbiamo proposto una prima fase, della durata di alcuni anni, durante la quale solo i distributori di gettoni saranno quelli censiti e messi in rete. Cioè solo le macchine che ricevono il denaro e non tutto il piazzale. Poi in un secondo tempo, circa nel 2022/2023, tutte le macchine dovranno essere adeguate alla normativa ma, in realtà, la seconda fase non è ancora chiara neanche per il vending puro. Si sta ancora discutendo e Federlavaggi fa da oggi parte di questo tavolo: siamo per loro interlocutori credibili e seri. Si fisseranno presto altre riunioni e siamo in attesa di conoscere quando tornare a Roma per discutere gli aspetti tecnici e soprattutto per spostare la nostra scadenza. Non ci è stato detto un “si stai tranquillo lo faremo”, ma un “non ha senso non farlo” fino a quando non saremo pronti. Importante è anche il fatto che abbiano ripetutamente ribadito: “noi non vogliamo mettere in difficoltà le aziende, e se Federlavaggi afferma che ci sono questi rischi, noi li vogliamo evitare e desideriamo trovare il modo per farlo”. Anche perché fino ad oggi all’Agenzia delle Entrate non risulta che si siano fatti avanti altri interlocutori del nostro settore ed erano completamente digiuni dei problemi del nostro settore, ci va dato atto che con questo incontro Federlavaggi ha dimostrato una grande onestà intellettuale perorando la causa del settore in generale e non solo quello delle aziende produttrici”. “Non si è parlato del fatto che tutte le nuove macchine vendute dal 1 aprile debbano essere a norma - conclude un soddisfatto Meschi -. Adesso restiamo in attesa della convocazione per il nuovo incontro per affrontare un discorso complessivo nel quale si deciderà cosa fare con le macchine vecchie e nuove, non ci saranno due velocità. Dal 2017 al 2023 si farà in un determinato modo, dal 2023 si farà in un altro. È chiaro però che le macchine nuove dovranno nascere già predisposte per rispettare la nuova normativa, altrimenti non avrebbe senso. Non vogliono due velocità, il loro obiettivo è di avere una codifica unica per tutto ciò che è vending, sia di oggetti sia di servizi. Vogliono arrivare al 2023 (che poi magari sarà il 2022 o il 2025 questo si vedrà) dove, sia la macchinetta del caffè sia il car wash, trasmettano il dato in modo univoco. Sarà un lavoro impegnativo però, secondo me, la priorità era “bloccare l’emorragia” e questo abbiamo fatto: abbiamo fatto capire ai nostri interlocutori che non siamo “due gatti che lavano auto”, ma siamo un’industria seria che annovera tra le 8 mila e le 12 mila aziende e che è rappresentata da un’associazione competente come Federlavaggi”.

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